È cresciuto in Italia nel corso degli anni l’interesse per le attività di pet therapy oggi meglio conosciute con il termine di Interventi Assistiti con gli Animali. Associazioni, centri di riabilitazione, scuole, centri sanitari sono sempre più interessati a inserire nei propri programmi di cura tali terapie di supporto. E anche istituti scientifici, università e istituzioni locali vanno consolidando le proprie esperienze in questo campo. Ma non sempre la qualità dell’intervento fornita viene garantita.
Molte persone pensano sia sufficiente possedere un animale mansueto per praticare tali attività con il rischio che spesso vengono svolti interventi senza possedere alcune certificazione né formazione specifica. Se l’animale non è adeguatamente preparato, infatti, potrebbe reagire ai suoni o ai movimenti improvvisi prodotti dagli utenti con il rischio di provocare incidenti; e la colpa non è certo dell’animale ma di chi lo “usa” senza averlo adeguatamente preparato.
La base su cui poggia l’efficacia degli I.A.A. (Interventi Assistiti con gli Animali) è invece il rispetto reciproco tra uomo e animale, senza il quale nessuno dei due si affiderebbe completamente all’altro. Un lavoro complesso e interdisciplinare che coinvolge numerose figure professionali: dal medico all’educatore professionale, dal veterinario allo psicologo, dall’educatore al pedagogista. La Legge Regionale n. 24 del 18 Ottobre 2016 ha segnato un importante traguardo per il territorio pugliese con il fine di: “promuovere la diffusione degli I.A.A. e disciplinare l’applicazione dell’ippoterapia e della pet therapy con i cani quale elemento di sostegno per un pieno e sano sviluppo delle capacità del singolo individuo e della comunità, con particolare riguardo alle persone portatrici di handicap o comunque disagiate dal punto di vista delle relazioni e della riabilitazione fisica e psichica”.
Attenzione, quindi, al continuo proliferare di situazioni di improvvisazione che non portano alcun beneficio agli utenti arrecando solo danni ai pet coinvolti e al valore di tale pratica con valenza non solo ludica ma anche educativa e terapeutica.
Dott.ssa Caterina Pucci